11 settembre, 20 anni di antiterrorismo: una vittoria mascherata da sconfitta?
Marrone (Iai): Rete di Al Qaeda distrutta, Bin Laden non è il vincitore
L’anniversario dell’11 settembre, vent’anni dopo, riapre il dibattito sugli esiti della lunga e strenua guerra al terrorismo jihadista e non solo condotta dagli Usa e dall’Occidente, soprattutto a ridosso dell’infausta conclusione della vicenda afghana. Conclusione per modo di dire, giacchè gli scenari sono aperti e in evoluzione in quel teatro, che reca comunque l’immagine mediatica di una sconfitta. Ma si tratta veramente di una sconfitta o di una vittoria maschera da sconfitta? Questa la madre di tutte le domande.
“In questi vent’anni dagli attentati dell’11 settembre la rete di Al Qaeda è stata distrutta e smantellata e non ci sono stati gravi attentati negli Stati Uniti. Gli Usa sono riusciti a proteggere la loro popolazione, il loro territorio e a mettere sotto scacco gli avversari. Osama Bin Laden non è stato il vincitore, come alcuni sostengono, perché la visione proposta da Al Qaeda di un califfato islamico mondiale non si è affatto realizzata”. E’ l’opinione di Alessandro Marrone, capo del programma difesa dell’Istituto Affari Internazionali (Iai), espressa tracciando un bilancio della missione Usa in Afghanistan a 20 anni dagli attentati terroristici che colpirono le Torri Gemelle e il Pentagono. “Il ritorno al potere dei talebani in Afghanistan, della vecchia guardia, con estremisti e ricercati è apparentemente uno smacco e una sconfitta per l’intero Occidente, non solo per gli Usa, ma questo non cambia il fatto che gli Stati Uniti siano riusciti a proteggersi in questi venti anni – prosegue Marrone – l’11 settembre è stato uno shock che ha portato a una campagna antiterrorismo, senza sosta, che continua tutt’ora, non solo in Afghanistan, e che è condotta con operazioni d’intelligence, forze speciali, raid aerei da parte di droni. Questo continuerà ed è stato un dato acquisito dalla Casa Bianca, da tutti i presidenti e sia dai repubblicani che dai democratici”.
Alle parole di Marrone c’è da aggiungere un’altra considerazione: lo Stato Islamico fondato dall’Isis fra Siria e Iraq è stato travolto con l’eliminazione di migliaia di militanti e l’uccisione dello stesso Al Baghdadi. Inoltre il fronte jihadista appare diviso tra fazioni in lotta fra loro. Non bisogna, tuttavia, abbassare la guardia e illudersi che non vi saranno altre stagioni di terrore e di sangue ai quattro angoli del pianeta. La guerra continua e non è affatto persa… La chiave del successo sta l’unità d’intenti e d’azione dell’Occidente a dispetto di ogni disfattismo e volontà di resa.
Paul Nicastro