Anna Frank denunciata alle SS da un notaio ebreo
Lo avrebbe scoperto una squadra d’investigatori internazionali in 5 anni d’indagini
Ci sono voluti cinque anni d’indagini, condotte da una squadra di investigatori internazionali, per conoscere il nome della persona che avrebbe tradito la famiglia Frank nel 1944. In un libro pubblicato oggi e intitolato “Chi ha tradito Anna Frank?”, gli inquirenti trasmettono le loro conclusioni sull’identità del colpevole. Il quotidiano olandese Volkskranta ha intervistato l’agente americano dell’Fbi, Vince Pankoke, che ha guidato le indagini e le cui osservazioni sono state rilanciate da Le Soir. L’indirizzo segreto del nascondiglio sarebbe stato rivelato dal notaio Arnold van den Bergh, membro del Consiglio ebraico di Amsterdam. Sicuramente, l’uomo ha trasmesso un elenco di nascondigli al Sicherheitsdienst (servizio di intelligence delle SS) in cambio della protezione per la sua famiglia. Per dedurlo, gli investigatori hanno passato al vaglio centinaia di migliaia di documenti provenienti da otto Paesi diversi e intervistato 70 persone. Se questa conclusione non può essere sicura al 100%, comunque appare l’ipotesi più probabile. Secondo la squadra investigativa,
Il padre di Anna, Otto Frank, l’unico sopravvissuto, ricevette una lettera dopo la liberazione. Una nota in cui si diceva che l’indirizzo “fu riferito alla Juedische Auswanderung Amsterdam (agenzia che organizzava la deportazione degli ebrei), Euterpestraat, da A. van den Bergh, che all’epoca viveva vicino a Vondelpark, O. Nassaulaan. La JA aveva un intero elenco di indirizzi trasmessi dal notaio. Gli investigatori hanno potuto consultare una copia realizzata da Otto Frank, ma il documento originale non è mai stato trovato. Otto Frank, tuttavia, non ne ha mai parlato. Gli inquirenti ritengono che volesse addirittura nascondere la complicità del notaio. Il padre di Anna avrebbe potuto comprendere il terribile dilemma imposto al notaio: proteggere la sua famiglia o denunciare i membri della sua comunità. Forse non voleva che i suoi figli ne subissero in seguito le conseguenze o non voleva fomentare l’odio antisemita, ritengono gli investigatori. Arnold van den Bergh morì nel 1950. Ma “sono i nazisti i responsabili della morte dei Frank, non il notaio che ha trasmesso il loro indirizzo”, commenta Vince Pankoke.
Aldo Musci