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Covid-19 e cybercrime: un binomio diabolico

30 Marzo, 2020

Il massiccio ricorso al digitale nei giorni dell’ “Io resto a casa” favorisce l’aumento dei reati informatici

Un forte monito a usare con prudenza gli strumenti digitali in questi giorni di residenza forzata nelle abitazioni a causa del virus viene dal Ministero dell’interno. Il Viminale segnala infatti l’aumento preoccupante dei crimini informatici, soprattutto a danno dei minori. Non a caso, la Polizia postale ha registrato un aumento delle persone denunciate per questo tipo di reati: 13 soltanto nel mese di marzo. In questo periodo, la Rete diviene così terreno di caccia ideale per tutta una serie di predatori digitali. Molto attivi, ad esempio, i pedofili che usano i social network per individuare le vittime, sfruttando l’attitudine dei più giovani a “postare” via Internet larga parte della loro vita pubblica e privata, gravida di dati preziosi. Servizi come Whatsapp, Snapchat, Telegram e quelli di messaggistica istantanea vengono scelti, pertanto, dai pedofili per tentare l’aggancio delle potenziali vittime, privilegiando quei social network che rendono tecnicamente più difficile l’identificazione dei “predatori”.

Le truffe on line rappresentano l’altra piaga in via di progressiva acutizzazione ed estensione in questa difficile fase della vita nazionale: false raccolta fondi, siti civetta per la vendita di mascherine e prodotti igienizzanti per le mani, oppure vendita a prezzi aumentati anche del 5000%. L’attività di monitoraggio e contrasto dei crimini legati all’incremento della criminalità informatica.  Tutto ciò si riverbera sull’azione della Polizia postale che ha denunciato negli ultimi giorni 184 persone per truffe online e 190 per cybercrime o reati online contro la persona.

La Polizia Postale, inoltre, invita a guardare con attenzione le email che offrano servizi connessi all’emergenza Covid-19 o che segnalino importanti prescrizioni mediche dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) come la finta mappa della diffusione del Coronavirus nel mondo, che nasconde un insidioso malware; mail provenienti da presunti centri medici che, con il pretesto di fornire aggiornamenti sulla diffusione della pandemia, invitano ad aprire un allegato contenente un malware, fino ad arrivare a fenomeni di cosiddetto vishing attraverso telefonate truffaldine dirette soprattutto agli utenti più indifesi, con le quali si promettono aiuti, test e altro.

Raoul Mendoza

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