Gli homeless sintomo dell’emarginazione urbana
In un muretto davanti alla sede della FAO di Roma è stato chiuso un altro ricovero usato dai barboni
Uno spazio folle, dicevamo. Sì, certo, la Città è ricca di contraddizioni, è difficile da incasellare e categorizzare. La cosa certa è che “povertà” e “disperazione” sono da sempre i suoi tratti distintivi, e probabilmente sempre lo saranno. Non esiste Città senza poveri, senza homeless che assediano (senza volerlo) le SmartCity concepite dagli architetti. La distopia si è mangiata l’utopia che tutti sognavamo.
Prendete per esempio lo spazio fotografato. Un muretto davanti alla sede della FAO di Roma (che con la povertà molto ha a che fare). Ecco, c’era sempre un homeless che sedeva in quel posto: leggeva il giornale, parlava con le persone. Più volte l’ho visto spazzare e pulire quello spazio. Ecco: la Città ha tirato fuori i suoi artigli e ha messo a sua difesa quegli spuntoni. Come se poi fosse così facile far sparire la povertà. Continuo a vagare. Sto cercando dei poeti… vi dirò.
Le Flaneur