Gola Profonda dell’intelligence: “Per l’Ucraina fondamentale unità Usa/Ue”
Secondo l'esperto dei servizi, una soluzione negoziale possibile consiste nel procrastinare a lungo nel tempo l'entrata dell'Ucraina nella Nato
”La priorità numero uno è l’unità fra Europa e America, perché l’ultima mossa di Putin, anche se prevedibile, ci costringe a essere uniti. La seconda priorità riguarda l’Italia, che deve assolutamente parlare con una voce sola”. Lo riferisce un altissimo esperto d’intelligence. ”Dobbiamo, dunque, usare la testa – spiega – nel senso che noi adesso dobbiamo compattarci, ma nella consapevolezza che questo, dopo la Brexit, è l’ultimo colpo assestato al disegno di un’Europa unita. Per l’Europa questo è uno scacco matto, perché si allontana la possibilità di un’integrazione. E questo è importante chiarirlo anche per stabilire la comunicazione. Nel nostro Governo deve parlare soltanto il presidente del Consiglio, nessun altro deve essere autorizzato ad aprire bocca solo per il piacere di comunicare emozionalmente, perché in questo momento la situazione è talmente critica che richiede una grande attenzione rispetto a quello che si dice”.
Più ancora nel merito, l’esperto della nostra intelligence sottolinea: ”Se ufficialmente il nodo cruciale è che la Russia non può accettare che l’Ucraina entri nella Nato, e questo lo sapevano tutti da anni, l’unica cosa che si può fare è procrastinare ancora il suo ingresso. Nel 2008 Francia e Germania hanno messo in atto un’azione che ci ha consentito di campare fino ad oggi, in sostanza hanno stabilito che se altri Paesi potevano entrare nella Nato, per l’Ucraina si procrastinava il termine. Se fino a oggi ce la siamo cavata così, adesso l’unica via per uscirne, e secondo me Macron sta seguendo questa strada, è quella di procrastinare ulteriormente l’entrata dell’Ucraina nella Nato. È l’unico modo per far sì che Putin faccia marcia indietro salvando la faccia. Occorrerebbe, dunque, convincere gli americani a concedere il procrastinamento dell’ingresso dell’Ucraina nella Nato. Certamente, però, Putin non mollerebbe parte dell’Ucraina. La battaglia a Mariupol, per dire, è determinante per creare l’accesso strategico fra la Crimea e le due Repubbliche del Donbass”.
Quanto all’ingresso dell’Ucraina nell’Ue, l’esperto rammenta che ”Kissinger, nel suo disegno, prevedeva di creare un’Ucraina membro della Comunità europea, ma come Paese di compensazione fra l’Occidente e la nuova Russia, dunque un Paese che per le sue caratteristiche ibride, che adesso l’hanno messa al centro della tragedia, poteva essere potenzialmente una ‘stanza di compensazione’ fra noi e la Russia. La percentuale che lo si faccia oggi, anche secondo gli analisti americani, è però drasticamente diminuita”. ”Un ruolo nella crisi – prosegue l’esperto – lo può chiaramente recitare la Cina, tenendo conto che la Cina, in base ai suoi ambiti strategici, sta osservando la situazione per capire cosa fare con Taiwan. Bisogna stare molto attenti, anche perché gli Stati Uniti sono molto sensibili a questo aspetto. Occorre anche tener presente che per la Cina questa crisi economicamente non è un vantaggio, perché ci sarà un problema di reperimento di materie prime”. Quanto alle sanzioni contro la Russia, ”sono determinanti, l’unico strumento”.
L’esperto si sofferma poi sul ruolo dell’intelligence: ”Al netto del ruolo delle tecnologie, dei satelliti che vedono tutto, ci sono anche le intercettazioni, che possono spiegare il perché l’intelligence americana sembrava conoscere le decisioni russe in tempo reale. Anche se i russi non hanno fatto molto per nascondere le loro intenzioni minacciose. Il problema è che si aspettavano che qualcuno gli proponesse un’alternativa, che però non è arrivata”. Sull’ipotesi, poi, che i ceceni possano intervenire contro i russi, l’esperto d’intelligence lo esclude: ”I ceceni sono come i mercenari, non credo, mentre è abbastanza preoccupante il ruolo svolto dalla Bielorussia, che sta intervenendo ‘fisicamente’ esasperando la situazione, che rischia di diventare molto triste, perché l’Ucraina è sì una pianura estesa, ma le città sono come delle montagne, quindi ci sarà una guerriglia”. Infine, sulla Brigata internazionale con volontari stranieri creata da Kiev, ”non è escluso che la si faccia, perché già esistono dei mercenari, persone che partecipano, ma occorre tenere presente che sarebbero come i foreign fighters, non controllabile”.
Paul Nicastro