Il buio nell’anima, la morte nel cervello
Samuel Little, forse il più letale serial killer della storia americana, si è attribuito 93 omicidi di donne
“Il buio nell’anima, la morte nel cervello”. Forse è questa l’espressione che meglio descrive la personalità di Samuel Little. Afroamericano di circa 80 anni, nato in Georgia nel 1940, ex pugile, è probabilmente il più letale serial killer della storia americana perché si è attribuito la paternità di ben 93 omicidi di donne consumati nell’arco di 35 anni. Dotato di una spiccata intelligenza e di una memoria fotografica impressionante (ha disegnato con precisione i volti di tutte le sue vittime), ma di un cuore nero privo di sentimenti, l’uomo è imprigionato in un carcere nel deserto del Mojave (California). E’ stato condannato all’ergastolo per aver strangolato tre donne. Niente di particolare, dunque, per la realtà criminale degli USA. Ma, d’amblais, nel 2018, colpo di scena. Little, ormai vecchio e malandato, vuota il sacco. Alla presenza di un ranger del Texas, James Holland, e di alcuni agenti dell’FBI, ha iniziato a confessare il diluvio delle sue nefandezze: quasi un centinaio di donne stuprate e massacrate per puro piacere sessuale. Pare che il killer si masturbasse mentre la vittima designata agonizzava. La sua carriera assassina sarebbe iniziata negli anni ’70, colpendo in 19 Stati, per poi concludersi nel 2005. Oggi, Littel langue in quel penitenziario, recluso a vita, ma è riuscito a evitare l’iniezione letale proprio grazie a quell’imprevedibile confessione. Gli investigatori, infatti, vogliono scrivere la parola fine su tanti cold case. E, solo lui, il boia dall’anima nera e dalla mente lucida come una lama (non ha quasi mai commesso errori), puoi aiutarli a gettare luce su tante morti rimaste finora misteriose.
Gli Stati Uniti sono generalmente considerati la patria dei serial killer, ne annoverano di tutti i tipi. Chi può dimenticare Ted Bundy, Jeffrey Dahmer o John Wayne Gacy, tanto per citare i più famosi. Tuttavia il fenomeno degli omicidi seriali non è soltanto appannaggio esclusivo del mondo anglossassone, sebbene il nonno dei serial killer, tal Jack the Ripper, fosse un abituè delle strade londinesi di Whitechapel. E’, invece, dimensione criminale universale. In Russia, ad esempio, abbondano, in particolare gli assassini cannibali. Come non ricordare l’agghiacciante sguardo di Andrej Romanovic Cikatilo. E neppure il Belpaese ne è immune. Negli ani ’90 del secolo scorso un gruppo di ricerca coordinato dal criminologo Francesco Bruno ha compiuto una dettagliata indagine facendo emergere dall’oblio, nel quale parecchi erano immersi, circa 13 assassini seriali italiani, dal famigerato Mostro di Firenze, passando per quello di Foligno, per giungere a quello di Modena, mai identificato, e al superdotato Gianfranco Stevanin che ha accoppato 6 fanciulle durante rapporti erotici estremi.
Si dirà: “E’ vero, si tratta però di un fenomeno tipico e limitato all’età moderna e alla civiltà industriale e che coinvolge soltanto elementi di sesso maschile. Nelle epoche precedenti non ne abbiamo traccia…”. Neanche questt’affermazione, però, è esatta. La smentisce un personaggio per tutti: Erzsébet Báthory. Vissuta fra il XVI e il XVII secolo e soprannominata la Contessa Dracula o Blood Countess, era assetata di sangue, faceva anche il bagno nel sangue. Con quattro suoi collaboratori ha torturato e ucciso centinaia di giovani donne nel suo castello in Ungheria. In verità, la figura del serial killer risale alla Notte dei Tempi, perché affonda le sue radici nella struttura sommersa della psiche. In genere, l’omicida seriale ha una doppia personalità, una sessualità malata (spesso si tratta d’impotenti che odiano le donne non avendo superato il complesso d’Edipo), gode nell’uccidere, raggiungendo addirittura l’orgasmo nell’atto di sopprimere una vita. Presente in tutte le etnie/culture, razze, è operativo ai quattro angoli del pianeta. Ecco perché, per individuare, catturare e neutralizzare i serial killer, le polizie dei Paesi più avanzati, FBI in testa, hanno creato strutture specializzate, dotate di esperti (profiler) in grado di stilare il profilo psicologico di quelli che chiamano “Soggetti Ignoti”. Quando l’anima è buia, il cuore è nero e la mente è di ghiaccio, però, il Male sfugge al controllo, si riproduce sempre. La lotta, dunque, è eterna…
Aldo Musci