Vai al contenuto
CHRONOPOLIS
  • CRONACA
  • CUCINA
  • CURIOSITÀ
  • EDITORIALE
  • EROTISMO
  • GEOPOLITICA
  • INTELLIGENCE
  • TURISMO

Il Web inquina, lo sapevate?

10 Giugno, 2021

Lo dimostra un’ indagine esclusiva AvantGrade sulla sostenibilità digitale dei siti gestiti da Regioni ed enti locali

Le Regioni e le città italiane inquinano anche sul Web e non solo negli agglomerati urbani che amministrano. Lo sapevate che il sito regionale più inquinante è quello delle Marche, mentre, per le città, la maglia nera va al Comune di Verona? A tracciare il quadro è un’indagine realizzata da AvantGrade.com in esclusiva che, in occasione della Giornata mondiale dell’ambiente, ha inteso puntare l’attenzione sulla sostenibilità del digitale, ritenuto a torto dai più non inquinante e amico dell’ambiente. Un equivoco non da poco, se si pensa che nel 2020 Internet è stato il quarto Paese al mondo per consumo di energia. Tutta colpa dei combustibili fossili usati per produrre l’energia per data center e  server e delle modalità poco efficienti con cui vengono realizzati i siti web.

“A oggi – spiega Ale Agostini, direttore di AvantGrade.com – qualsiasi attività online produce Co2, ma c’è ancora poca consapevolezza del fenomeno. Il Web, infatti, viene percepito come qualcosa di  immateriale che non consuma”. Ma non è così. Grazie a Karma Matrix, l’algoritmo in grado di misurare attraverso 23 diversi indicatori di efficienza web, la quantità di emissione di CO2 delle pagine web, AvantGrade.com ha realizzato una mappa a colori dell’impatto ambientale dei siti delle Regioni e delle principali città italiane. In base alla quantità di CO2 emessa da ogni homepage, le regioni e le città sono state suddivise in tre colori:  verde (bassa emissione); gialla (emissione medio/alta) e rossa  (emissione alta). Dall’analisi effettuata il 26 maggio emerge che il sito regionale  (inteso solo come homepage) più inquinante è quello delle Marche che,  con 1601 Kg di Co2 prodotta in un anno, registra una percentuale di emissione superiore del 735% rispetto alla mediana mondiale. Sempre in rosso si posizionano Toscana (1530 Kg di Co2 in un anno; +698%  rispetto alla mediana mondiale); Friuli Venezia Giulia (725 Kg di Co2  in un anno; +278%); Lombardia (703 Kg di Co2 in un anno; +267%) e  Veneto (437 Kg di Co2 in un anno; +128%). In zona gialla, invece, con un’emissione medio/ alta,  troviamo: Molise (372 Kg di Co2 in un anno; +94% di emissioni di Co2  rispetto alla mediana mondiale); Campania (355 Kg di Co2 in un anno;  +85% di emissioni di Co2 rispetto alla mediana mondiale); Emilia  Romagna (291 Kg di Co2 in un anno; +52% di Co2 emessa rispetto alla  mediana mondiale); Puglia (207 Kg di Co 2 in un anno; +8%); Valle  d’Aosta (206 Kg di Co2 in un anno; +7% rispetto alla mediana  mondiale). Zona verde. Il sito regionale meno inquinante è quello della Sicilia  con soli 9 Kg di Co2 prodotta in un anno (-95% di emissioni rispetto  alla mediana mondiale). Sempre in zona verde troviamo: Trentino Alto  Adige (24 Kg; -88%); Liguria (87 Kg; -55%); Lazio (135 Kg; -30%);  Calabria (139 Kg; – 27%); Abruzzo (180 Kg; -6%); Basilicata (181  Kg;-6%); Piemonte (181 Kg; -6%); Umbria (182 Kg; -5%). Esclusa dalla  rilevazione la regione Sardegna per una condizione imprevista.

Guardando, invece, alle  principali città italiane, l’analisi rileva che l’homepage più inquinante è quella del sito del comune di Verona (unica in zona  rossa) che in un anno ha prodotto 1421 Kg di Co2 con una percentuale  superiore del 642% rispetto alla mediana mondiale. In zona ”gialla si piazzano: Napoli (377 Kg; +97%); Palermo (363 Kg; +90%); Milano (298  Kg di Co2 in un anno; +56%); Bologna (220 Kg; +15%). Semaforo verde  per la città di Torino che risulta avere il sito comunale meno  inquinante (45Kg di Co2 in un anno; -76% di emissioni rispetto alla  mediana mondiale). Sempre in verde troviamo: Roma (135 Kg; -30%);  Firenze (146 Kg; -24%).

Indubbiamente, uno scenario allarmante quello disegnato dalla ricerca AvantGrade. E, tuttavia, bisogna anche sapere che è possibile migliorare le prestazioni ambientali di un sito Web. Per prima cosa, spiega Ale Agostini, ”bisogna misurare  l’efficienza di un sito al tempo zero. Così ci si  rende conto se si è superiori alla mediana o meno e si può predisporre un  intervento. E’ possibile, ad esempio, scegliere server sostenibili,  ovvero alimentati da fonti rinnovabili, anche se attualmente sono ancora pochi. Un’altra cosa che si può fare, ed è quella su cui ci concentriamo noi, è lavorare sul codice html, renderlo più pulito  eliminando il superfluo. Insomma, una sorta d’igiene della parte di  programmazione. Si può lavorare anche sulla parte immagini e video per mantenerli e renderli più efficienti”. Secondo Agostini, ”un sito che riceve tante visite e ottimizza il codice può arrivare a risparmiare per ogni pagina dalle 400 ai 1000 Kg di Co2 all’anno”. Le soluzioni, dunque, non mancano ma per prima cosa bisogna aumentare la consapevolezza del problema. ”In 10 anni di  attività ci siamo resi conto che le aziende progettano i siti senza  guardare alla loro efficienza energetica”, commenta il direttore di  AvantGrade.com che un anno fa ha lanciato lo strumento Karma Matrix  proprio per misurare l’impatto ambientale dei siti web.

”Analisi come questa devono rappresentare uno stimolo per regioni e Comuni, spingendoli a indagare seriamente l’impatto ambientale dei propri siti, dando così il buon esempio”, conclude Ale Agostini auspicando che la valutazione ambientale dei siti possa quanto prima divenire oggetto di rendicontazione all’interno dei bilanci di sostenibilità di tutte le organizzazioni sia pubbliche che private.

Raoul Mendoza

Post navigation

Articolo precedente:

Deepfake, il lato oscuro dell’Intelligenza artificiale

Articolo successivo:

2030: Odissea nel futuro

[categoryposts]

Articoli più recenti

  • Missili “Hellfire”, la morte viene dalle fiamme dell’inferno 5 Agosto, 2022
  • La Cia elimina Al Zawahiri a Kabul 2 Agosto, 2022
  • La città brucia, ve lo dice Don Winslow 29 Luglio, 2022
  • Mi6: molte spie russe sotto copertura in Europa 22 Luglio, 2022
  • Istat: le Aree Interne comprendono la metà dei Comuni del Paese 21 Luglio, 2022

Tag

Afghanistan Al Qaeda ambiente antimafia CIA Cina Comuni Copasir Covid-19 cybercrime democratici digitalizzazione Donald Trump Fondazione Antonino Caponnetto geopolitica guerra intelligence Intelligenza artificiale Isis Istat jihadismo legalità mafia mafie N'Drangheta narcos narcotraffico noir OMCOM pandemia povertà Recovery Fund Salvatore Calleri serial killer servizi segreti smart city spionaggio Stati Uniti d'Europa Talebani tasse terrorismo Trump Ucraina Unione europea USA
© 2023 CHRONOPOLIS | Built using WordPress and SuperbThemes