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Intelligence: come funziona il sistema della sicurezza nazionale

28 Giugno, 2019

Partorito dalla legge di riforma 124/2007 affronta le nuove sfide del terrorismo, del crimine economico-finanziario e della cyber sicurezza

In tempi di guerre asimmetriche, minacce terroristiche incombenti, ondate migratorie a carattere biblico e Caos geopolitico generalizzato, il ruolo dell’intelligence si conferma strategico, anzi indispensabile come strumento di assistenza alla decisione politica e di tutela della sicurezza nazionale. Sembra utile, pertanto, riepilogare sinteticamente la struttura e le funzioni della nostra intelligence, impegnata a preservare il Paese da attentati e da altri tragici eventi, ma anche e soprattutto a fornire alla governance quel valore aggiunto in grado di porla all’altezza della complessità crescente del sistema-mondo. Non si dà infatti politica estera di successo senza l’apporto di una funzione d’intelligence efficiente ed evoluta. Non è banale ricordare, pertanto, che essa ha a che fare soprattutto con l’acquisizione, la gestione, il trattamento, l’interpretazione e la manipolazione dell’informazione.

“Negli ultimi anni l’intelligence ha subìto un’evoluzione significativa, soprattutto per effetto della globalizzazione e dei fenomeni che a essa si accompagnano – si legge sul sito del ‘Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica’ – le cui attività oggi includono anche intelligence economico-finanziaria e sicurezza cibernetica. Con i progressi della tecnologia, infatti, “si è sempre più esposti a una forma di ‘minaccia geo-traslata’ che ha spostato il concetto di sicurezza da quella fisica a quella del Sistema-Paese”. Gli organi e le autorità che, all’interno di un’architettura ben strutturata, come previsto dalla legge di riforma 124/2007, hanno il compito di assicurare le attività informative allo scopo di salvaguardare la Repubblica da ogni pericolo e minaccia provenienti dall’interno e dall’esterno del Paese, sono:

– Presidente del Consiglio dei ministri

– Autorità delegata

– Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica (CISR)

– Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (DIS)

– Agenzia informazioni e sicurezza esterna (AISE)

– Agenzia informazioni e sicurezza interna (AISI)

“L’intelligence è lo strumento di cui lo Stato si serve per raccogliere, custodire e diffondere ai soggetti interessati, siano essi pubblici o privati, le informazioni rilevanti per la tutela della sicurezza delle Istituzioni, dei cittadini e delle imprese”, si legge sempre sul sito.

“L’intelligence svolge pertanto un ruolo fondamentale e imprescindibile per il quale si serve di professionalità provenienti da ambienti diversi che agiscono secondo peculiari procedure volte a salvaguardare la riservatezza degli operatori e delle loro attività”. In considerazione delle nuove sfide (tra cui quelle economico-finanziaria e la sicurezza cibernetica) “s’identificano oggi diverse tipologie di raccolta ed elaborazione delle informazioni”. E tra queste, in base alla tipologia di fonte informativa ricordiamo:

– Osint (Open Source intelligence – attività di raccolta delle informazioni mediante l’analisi di fonti aperte, ossia accessibili a tutti).

– Imint (Imagery intelligence – attività di raccolta delle informazioni mediante l’analisi di fotografie aeree o satellitari).

– Humint (Human intelligence – attività di raccolta delle informazioni mediante contatti interpersonali).

– Sigint (Signal intelligence – attività di raccolta delle informazioni mediante l’intercettazione e analisi di segnali, sia tra persone sia tra macchine).

– Techint (Technical intelligence – riguardante armi ed equipaggiamenti militari).

– Masint (Measurement and Signature intelligence – attività di raccolta delle informazioni non classificabili nelle precedenti categorie).

Aldo Musci

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