La crisi siriana innescata dall’attacco della Turchia ai curdi apre nuovi scenari e nulla sarà più come prima
Intervento di Salvatore Calleri, presidente della Fondazione Antonino Caponnetto
Da un lato, si assiste all’errore degli Usa a guida Trump di abbandonare i curdi alleati che hanno combattuto l’Isis. Questo errore lo pagheranno a caro prezzo, in quanto nessuno si fiderà più della parola americana e di tale situazione si avvantaggerà Putin. Dall’altro, si assiste alla crisi totale di organismi sovranazionali quali la Nato e l’Unione Europea. La Turchia fa parte della Nato anche se i recenti acquisti di armi russe imbarazzano l’alleanza e paradossalmente siamo di fronte a probabili embarghi di Paesi atlantici che dovrebbero essere alleati, ma non possono dopo l’invasione della Siria a maggioranza Curda.
La Turchia rimarrà nella Nato? La Nato tollererà una Turchia guerriera?
L’Unione Europea appare lenta e sotto ricatto da parte della Turchia che vien finanziata per far da tappo all’immigrazione proveniente dalla rotta balcanica. L’Unione Europea farà poco e nulla. La più prudente sarà la Germania. Per provare a risolvere la crisi bisognerebbe che l’Europa parlasse con una sola voce, avesse un solo esercito e un unico confine. Ossia bisognerebbe avere un modello federale tipo Stati Uniti d’Europa. Oggi non è così e l’Unione Europea, che si basa su un modello confederale imperfetto, non ha gli strumenti per intervenire se non con delle blande sanzioni. Un’Unione Europea debole è destinata a soccombere… Purtroppo.
Cogliamo l’attimo e spingiamo verso gli Stati Uniti d’Europa che, giorno dopo giorno, diventano sempre più necessari.