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La pandemia e la non efficacia del neoliberismo

31 Ottobre, 2020

Pubblichiamo un intervento di Salvatore Calleri, presidente della Fondazione Antonino Caponnetto

La recente epidemia ci obbliga ad aprire una seria riflessione sul modello economico attualmente imperante dagli anni 80: il neoliberismo. Icona di quel periodo è stata senza dubbio  Margaret Thatcher che ha messo al primo posto l’individuo, l’io al posto del noi, non la persona, in sostituzione della società con tutto ciò che ne consegue. Col tempo tale teoria economica è diventata una sorta di religione dogmatica intoccabile e chi la critica viene perlopiù considerato un comunista, un cattocomunista oppure un socialista.  Premetto subito che non provengo dal mondo comunista o marxista come pensiero ma dal mondo semmai personalista… Se non sapete cosa significa questo ultimo termine vi invito a studiarlo per scoprire un mondo molto interessante ancor oggi e soprattutto sempre attuale. Premetto che non amo i dogmi economici.

Detto questo oggi appare chiaro che in un momento di pandemia che richiede solidarietà e una società forte il modello neoliberista ancora in vigore nella sua sostanza appare come assolutamente non idoneo. È bene esser chiari in proposito. O si cambia modello andando magari verso uno di tipo socialistaliberale o si andrà in crisi. La crisi verrà creata dalla contraddizione esistente tra il modello neoliberista attento solo ai conti pubblici ed all’individuo e la necessità di sforare dovuta alla crisi economica pandemica in atto. Oggi stupisce che tale questione non venga sollevata in modo soddisfacente dalla politica e che l’unico che stia affrontando la questione in modo serio sia solamente Papa Francesco. Il tema va trattato perché se la democrazia non è in grado di produrre benessere riemergono i totalitarismi.

Salvatore Calleri

 

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