La Pandemia ha messo in ginocchio la Nigeria
Si acuisce la crisi alimentare, dilagano povertà e criminalità
Mister Covid si è abbattuto con virulenza sulla Nigeria, prima economia africana e nazione più popolosa del continente, che si sta confrontando con una crisi alimentare senza precedenti. I prezzi di alcuni prodotti di base come uova, cipolle e olio di palma sono aumentati del 30% o più. Milioni di nigeriani che un tempo avevano solide basi finanziarie oggi non riescono più garantire a se stessi e alle famiglie l’accesso al cibo. Secondo la Banca Mondiale, circa il 18% delle famiglie in Nigeria ha almeno un adulto che non mangia per un giorno intero alla volta, rispetto al 6% prima della pandemia. L’inflazione è vicina al massimo storico e i prezzi dei generi alimentari rappresentano quasi il 70% dell’aumento. La crescita dell’inflazione è un problema mondiale generalizzato, che in Nigeria si intreccia però con numerose variabili critiche: un’economia in affanno, l’aumento della disoccupazione, l’insicurezza nelle regioni agricole anche per gli effetti dell’emergenza della violenza in tutto il Paese per questioni legate al terrorismo, ai rapimenti, agli scontri tra pastori nomadi e agricoltori, alle spinte separatiste e alla pirateria nel golfo di Guinea.
“Le famiglie della classe media, che normalmente non pensavano di mettersi in fila per il cibo, sono ora in quella categoria di persone che serviamo”, ha detto Sunbola. La Banca Mondiale stima che gli shock dei prezzi nel 2020 abbia gettato nella povertà altri 7 milioni di nigeriani, con un aumento di quasi il 10%. Marco Hernandez, economista capo della Banca mondiale per la Nigeria, ha affermato che anche l’indebolimento della naira, le restrizioni commerciali e la chiusura delle frontiere terrestri contro il contrabbando hanno fatto lievitare i prezzi. L’aumento dei costi sta impattando anche sui servizi offerti dalle organizzazioni come quella di Sunbola: un sacco di fagioli da 100 kg (220 libbre) che costava 30.000 naira (73 dollari circa) prima del covid ora costa più del doppio, costringendolo a ridurre la quantità di cibo presente in ogni pacco famiglia. “Quello che stiamo vivendo in Nigeria è diverso da quello che si sta sperimentando in tutto il mondo”, ha affermato Idayat Hassan, direttore del Centro di riflessione per la democrazia e lo sviluppo con sede ad Abuja, parlando con l’agenzia Reuters e aggiungendo che la fragile rete di sicurezza sociale della nazione ha lasciato milioni di persone abbandonate a se stesse. “La criminalità è alle stelle su base giornaliera, anche perchè le persone stanno cercando di sbarcare il lunario”. Michael Sunbola, presidente della Lagos Food Bank Initiative, che distribuisce aiuti alimentari, ha dichiarato alla Reuters che le richieste sono cresciute del 40% rispetto al periodo precedente la pandemia.
Paul Nicastro