La Santa Muerte: fede e crimine a braccetto
Patrona dei narcos, dei poveri, delle prostitute, dei carcerati, è la divinità alla quale si rivolgono i reietti della società, i dannati della Terra
Fede e crimine possono convivere? Ai più sembra una cosa impossibile. Eppure, la Storia insegna che spesso le due dimensioni vanno di pari passo, a braccetto, appunto. Le mafie internazionali si vantano di avere radici in antichi riti a sfondo magico-religioso. L’affiliazione a Cosa Nostra, ad esempio, prevede una cerimonia in cui viene bruciata l’immagine di un santino. Parecchi mafiosi si dicono devoti alla Madonna e, spesso, nel Mezzogiorno d’Italia le processioni in onore della Vergine Maria o di qualche altro Santo patrono, durante il loro percorso attraverso le vie del paese, si fermano per rendere omaggio ai boss del luogo e fanno inchinare la statua dinanzi alla sua abitazione. L’esempio più eclatante di codesta singolare unione, ossimoro scandaloso per eccellenza, sintesi eloquente fra Bene e Male, tuttavia lo troviamo in Messico: è il culto della Santa Muerte. Sviluppatosi spontaneamente nelle zone più povere circa cinque secoli fa, mescolando tra loro antiche credenze funerarie azteche, il cattolicesimo spagnolo, imposto dai conquistadores nel XVI secolo, alcune usanze tipiche della hechicería (stregoneria) e della cultura yoruba, che si diffuse successivamente nelle Americhe attraverso la tratta degli schiavi africani, questo culto imperversa nei quartieri popolari di Città del Messico e di altre municipalità come esempio potente e originale di sincretismo religioso. Dal punto di vista iconografico la Santa Muerte – scrive Eugenia Varaldo, ricercatrice che ha studiato a fondo il fenomeno – “viene raffigurata come uno scheletro vestito di veli, che possono essere di vari colori a seconda della protezione che si richiede: rossa per l’amore, verde per il lavoro o problemi legali, gialla per il denaro. Spesso viene anche raffigurata mentre brandisce una falce, mentre sorregge una clessidra, una bilancia o una marionetta”. I devoti la chiamano anche affettuosamente la Niña Blanca (la bambina bianca), o la Dama Poderosa (la donna possente). Secondo certi fedeli – spiega ancora la Varaldo – rappresenterebbe una sorta di controfigura in negativo della Vergine di Guadalupe, perché non farebbe differenza fra buoni e cattivi, killer e gentiluomini, sempre pronta a esaudire ogni richiesta depravata. Non va confusa – avverte la ricercatrice – neppure con “la figura della Calavera Catrina o Calavera Garbacenera, lo scheletro di una gran dama vestita in elegante abbigliamento che porta un largo cappello tipico dell’alta società di fine ‘800, poiché nasce come caricatura di una tipica donna messicana di quel periodo, che si vergogna delle sue origini indigene e cerca di camuffarsi indossando un largo cappello e abiti dell’aristocrazia europea”.
Non bisogna ingannarsi, però, considerandola una divinità soltanto benigna e misericordiosa, invece è pericolosa e altamente temuta. Dicono che per chiedere un favore alla Santa Muerte occorra un valido motivo, altrimenti Lei, implacabile, si porterà via i cari di chi ha osato disturbarla invano. Insomma, con la Santa Muerte non si scherza! Chiesta la grazia, poi bisogna costruire un piccolo altare con la sua effige nella propria dimora, come lo chiamano i fedeli una “ofrenda”, cui lasciare doni e dove poterla venerare. Per prima cosa, si deve lasciare una rosa sulla ofrenda. Se il fiore appassisce durante la notte, vorrà dire che la Santa ha accettato di esaudire la richiesta. Uno dei più famosi altari è collocato nell’angolo più antico della metropoli messicana, ma anche quello più pericoloso e malfamato, esattamente al n.12 di Calle de Alfarerìa. Lì, attorno al monumento di pietra, vengono lasciate numerose offerte, in particolare gioielli preziosi, soldi, frutti, caramelle, sigarette e birra. Siamo a Tepito, un quartiere talmente malfamato e pericoloso che ha il nomignolo di «fabbrica di delinquenti», un mix esplosivo di contrabbandieri di organi, rapinatori e narcotrafficanti. Qui è possibile acquistare di tutto, dalle armi ai panetti di marijuana e alle biglie di cocaina. La polizia diserta l’area perché sa che la sua presenza provocherebbe immediatamente un conflitto a fuoco con le bande di gangster che pullulano in zona.
“Da venticinque anni – scrivono alcuni turisti nel loro diario di viaggio – Tepito è la Piazza San Pietro del culto della Santa Muerte. Il primo martedì di ogni mese, alle sette del pomeriggio, migliaia di persone si riuniscono verso la fine di calle Alferería. Sono operai, minatori, panettieri, contadini. Gente umile che arriva da diversi angoli di Città del Messico per onorarla. È una fila infinita che entra ed esce da un tempio invisibile fatto da una strada e un altare. I fedeli arrivano all’altare della Madonna della Morte, s’inginocchiano ai piedi della statua scheletro in marmo, pregano, supplicano, piangono e se ne vanno lasciando un’ offerta: fiori freschi, candele, dollari, tequila, frutti, caramelle e sigarette su un muro ex voto”.
Il culto – ricorda la Varaldo – è apertamente trasgressivo: accetta l’aborto, l’uso del preservativo, ammette travestiti e transessuali, ma anche narcos e killer di varia matrice. Infatti, parecchi LGBT messicani pregano la Santa Muerte affinché li protegga dall’omofobia e dall’intolleranza. Molto poco a che vedere, dunque, col cattolicesimo ortodosso dei conquistadores spagnoli. Meglio di qualsiasi altra descrizione e racconto, per chiudere questo reportage ci sembra perfetta una preghiera. Non servono altre parole.
Signore, nella tua Divina presenza, Dio Onnipotente Padre, Figlio e Spirito Santo, ti chiedo il permesso d’invocare la Santissima Muerte, la mia Bambina Bianca. Ti chiedo umilmente di rompere e spezzare ogni maleficio, incantesimo e oscurità che si presenti nella mia persona, nella mia dimora, nel mio lavoro e nella mia strada. Santissima Muerte, elimina tutte le invidie, povertà, avversioni e inerzie ti chiedo per pietà di concedermi [aggiungere una richiesta]. E che con la tua presenza benedetta illumini la mia casa e il mio lavoro, e così anche per i miei amati, dandoci amore, prosperità, salute e benessere. Benedetta e lodata sia la tua bontà, Santissima Muerte. Signore, ti ringrazio infinitamente perché vedo la tua bontà nelle prove cui mi sottoponi, che perfezionano il mio spirito, Signore, ti rendo grazie, in mezzo a queste prove avrò la tua Benedetta e Santa benedizione. Amen
Aldo Musci