L’Angelo della Morte torna a colpire?
Arrestato per 8 omicidi un infermiere ad Ascoli Piceno
I serial killer sono una specie umana strana e letale, come i crotali. Vivono per uccidere e ci provano gusto, alcuni raggiungono fisicamente l’orgasmo durante l’atto omicidiario. Non sono tutti uguali, però, appartengono a sottospecie caratterizzate da differenti profili psicologi che poi si traducono in altrettanti modus operandi. E’ disponibile in proposito una vasta letteratura internazionale che li analizza e ne descrive le gesta efferate. Le prime indagini scientifiche su queste figure criminali le ha sviluppate l’FBI con l’allora mitica BSU (Behavioral Scienze Unit – Unità per le scienze del comportamento – oggi Behavioral Analysis Unit BAU – Unità per l’analisi comportamentale), studiando la vasta casistica presente negli Stati Uniti e creando, di conseguenza, l’antagonista per eccellenza del serial killer: il profiler, ossia lo scienziato in grado di tracciare un identikit psicologico del c.d. “soggetto ignoto” che uccide in serie, a partire dai suoi atti e comportamenti, il modus operandi, appunto.
Sulla base di tali categorie conoscitive sono state individuate differenti tipologie di assassini seriali. Una di queste, popolata prevalentemente da persone di sesso femminile, presenta le seguenti caratteristiche psicologiche e operative: riluttanza a usare armi da taglio e da fuoco per commettere il delitto; notevole capacità organizzativa e di pianificazione nella scelta delle vittime, doppia personalità, propensione a impiegare veleni, sangue freddo nell’esecuzione, temperamento subdolo ed elevata abilità nel mimetizzarsi, magari dietro un ruolo professionale. Ecco perché parecchi serial killer appartenenti a questa sottospecie – definiti con una metafora suggestiva “Angeli della Morte” – svolgono ufficialmente una professione medica o paramedica. I casi del genere abbondano, non soltanto negli USA e in giro per il mondo, ma anche nel Belpaese, nel quale soltanto al termine degli anni ’80 si è cominciato a formalizzare la categoria “assassino seriale”. Prima di allora si parlava soltanto di “mostri”, magari da “sbattere in prima pagina”. Uno per tutti: il “Mostro di Firenze”. Ora, un recentissimo episodio di cronaca nera ripropone una domanda inquietante: “L’Angelo della Morte” è tornato a colpire?
“Otto omicidi in Rsa, arrestato un infermiere ad Ascoli Piceno”, scrivono i giornali in questi giorni. Di che si tratta? I carabinieri del nucleo investigativo di Ascoli Piceno, della compagnia di San Benedetto del Tronto e della stazione di Offida hanno tratto in arresto all’alba il paramedico con l’accusa di aver cagionato volontariamente la morte di 8 anziani e di aver tentato di ucciderne altri 4. Dal resoconto giornalistico apprendiamo inoltre che le indagini per alcuni decessi sospetti nella Rsa di Offida hanno preso avvio nel settembre 2018 grazie alla denuncia di una operatrice socio sanitaria in servizio presso la stessa struttura. Nelle prossime settimane sapremo se le accuse verranno confermate dai magistrati.
Non si tratta, comunque, di un caso isolato. I precedenti non mancano. Si va dall’infermiere satanico, Alfonso De Martino, arrestato il 26 giugno 1993 presso l’ospedale di Albano (Castelli romani) perché iniettava citrosil nelle vene dei pazienti, causandone la prematura dipartita, all’altro infermiere col “camice nero” presso l’ospedale “Gemelli” di Roma, tal Angelo Stazi, messo ai ferri anche lui nel 2010 dalla Squadra Mobile della capitale per aver soppresso 7 persone anziane. Ma non finisce qui. Pure l’anno scorso si è verificato un evento raggelante. Il 19 aprile 2019 l’infermiera di Piombino, Fausta Bonino, viene condannata all’ergastolo per quattro delle morti sospette di pazienti in corsia e assolta per altri sei casi, perché il fatto non sussiste. La Bonino era imputata di omicidio volontario plurimo per i decessi di 10 pazienti nel reparto di rianimazione dell’ospedale cittadino tra il 2014 e il 2015.
E’ triste constatare che l’Angelo della Morte non ci lascia mai. Ricompare, come un fiume carsico, a ondate successive. Ora, nelle vesti di un virus invisibile, altre volte sotto la maschera tetra e ipocrita del “vicino della porta accanto” o del compassato paramedico che dovrebbe aiutarci a riconquistare vita e salute – come accade per tantissimi “eroi” che fanno quel mestiere – e invece ci dà un lasciapassare anticipato per l’altro mondo.
Aldo Musci