Le tasse non dormono mai, il Covid non frena la Tari
Nel 2020 cinque mln di tonnellate di rifiuti in meno ma la tassa schizza al livello record di 9,73 mld
I paradossi del sistema fiscale italiano sorprendono sempre e non danno tregua ai poveri contribuenti. Prendete il caso Tari, ad esempio. Nel 2020, nonostante il blocco delle attività a causa della pandemia, con la conseguente drastica riduzione della quantità di rifiuti prodotta (oltre 5 mln di tonnellate in meno rispetto al 2019), il costo totale della tassa rifiuti ha raggiunto il livello record di 9,73 mld, segnando un incremento dell’80% negli ultimi 10 anni. La drammatica fotografia l’ha scattata l’Osservatorio Tasse locali di Confcommercio, che denuncia la mazzata calata sulle imprese del terziario, con costi ancora troppo alti e sproporzionati a fronte dei quali non corrisponde un’efficiente gestione dei servizi resi dagli enti locali. “Le imprese del terziario sono di fronte a una situazione estrema: sostegni del tutto insufficienti e un miraggio la prospettiva di riaprire. Il nuovo decreto, infatti, prevede per tutto aprile solo zone rosse o arancioni salvo deroghe. Servono, invece, subito riaperture progressive e in sicurezza. Serve soprattutto, prima che sia troppo tardi, la svolta tanto attesa del governo Draghi che ancora non si vede”: Questo l’accorato appello del presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, lanciato a seguito dell’approvazione del decreto Covid da parte del Consiglio dei ministri.
Aldo Musci