Londra metropoli smart & green
Il Sindaco Sadiq Kahn ha annunciato un piano per pedonalizzare ampie zone della capitale
Ricordate il “fumo di Londra”, lo smog, tratto distintivo della capitale britannica, fattore di fascinazione, cornice ideale delle atmosfere torbide e noir che tanto si addicono a quella che Dickens chiamava la “Lanterna magica”. L’immaginario collettivo, non solo anglosassone, ne è stato profondamente segnato. Chi non si è mai proiettato nella mente, come un filmino in super8, la scena topica di Jack lo Squartatore che, avvolto dalle nebbie di White Chapel, si aggira in cerca della vittima prescelta. Glamour, dunque, ma anche grave minaccia per la salute. Non a caso, il termine “smog” deriva da una crasi fra la parola “fog” (nebbia) e smoke (fumo). La prima, costante presenza climatica sulle rive del Tamigi; il secondo, inquinante prodotto dei milioni di camini a carbone che punteggiavano le sterminate periferie della metropoli. Un tragico evento storico, forse non da tutti conosciuto, dà la misura della letalità di questo cocktail venefico. Una coltre di smog, nebbia densa e maleodorante, soffocò Londra dal 5 al 9 dicembre 1952. In un primo momento furono stimate circa 4000 vittime, ma in seguito a ricerche più recenti il numero salì considerevolmente fino a 12.000 morti, ai quali si aggiunsero anche 100mila malati in condizioni gravi.
Negli ultimi decenni, però, le cose sono molto cambiate. La città ha voltato pagina: i camini sono stati sostituiti e il clima è migliorato. Aria più pulita, dunque, ha soppiantato la cappa dei veleni. E nel Tamigi sono tornati a dimorare pesci e uccelli della costa. Ciò è avvenuto perché Londra ha messo in atto strategie efficaci per ridurre l’inquinamento atmosferico, imponendo tasse sui veicoli che entrano nell’area del centro (London congestion charge, istituita nel 2003 dal Sindaco Ken Livingston, pioniere di forme alternative di mobilità contro la congestione del traffico urbano) e stabilendo zone a bassissime emissioni per diminuire l’inquinamento di auto e camion, in particolare quelli alimentati da motori diesel.
Alcune di queste restrizioni sono state allentate a causa del lockdown per l’emergenza Coronavirus, ma il Sindaco Sadiq Kahn ha annunciato recentemente un piano per pedonalizzare ampie zone della capitale, nell’intento d’incoraggiare gli abitanti a spostarsi a piedi o in bicicletta, piuttosto che con i mezzi pubblici o in auto. La zona chiusa al traffico di veicoli a motore sarà, secondo quanto previsto, una delle più grandi al mondo. Le strade interessate, quelle tra London Bridge e Shoreditch, Euston e Waterloo, e Old Street e Holborn, presto limitate ai soli autobus, pedoni e ciclisti. David Miller del C40 Cities Climate Leadership Group, che recentemente ha contribuito a coordinare piani simili nelle aree metropolitane internazionali, si è congratulato con Khan, che ha fatto della lotta all’aria inquinata di Londra una priorità assoluta da quando è entrato in carica nel 2016: “Il Sindaco di Londra ha mostrato al mondo ciò che è possibile quando reinventiamo le nostre città per il beneficio e la salute di tutti”.
Paul Nicastro