Omicidi mirati come anti- interconnessione d’intelligence: in corso la controffensiva Usa?
Le riflessioni di Salvatore Calleri, presidente della Fondazione Caponnetto, e Pier Paolo Santi, analista OmCom, su alcune operazioni di annientamento di figure di spicco della rete di Al Qaeda in Iran
Da tempo gli apparati d’intelligence predisposti dagli USA denunciano pubblicamente la presenza di una rete Al Qaeda in Iran . L’amministrazione americana ha sottolineato il concetto con sempre più forza e ora vedremo cosa succederà. “Iran decided to allow al-Qa’ida to establish a new operational headquarters, on the condition that al-Qa’ida operatives abide by the regime’s rules governing al-Qa’ida’s stay inside the country. Agency and control.”
(Ripreso da un discorso di Michael R. Pompeo riportato dall’ US Department of State)
Se seguiamo questo presupposto la morte di Qassem Soleimani (responsabile della Forza Quds iraniana) e di Abu Mahdi al-Muhandis nel giugno 2020 rientra forse in una contromossa massiccia dell’Intelligence USA e israeliana contro l’Iran? (sanzioni e nucleare sono la parte più visibile del tutto). Scorgiamo un eventuale schema di obiettivi: Soleimani era l’architetto di una rete d’Intelligence d’Interconnessioni e Abu Mahdi al-Muhandis (con lui) un leader iracheno importante nel progetto. La sua fine sta portando a un indebolimento della tenuta della rete sinergica e d’Interconnessione fra più Attori. Tra i nomi dei leader al Qaeda che gli USA riportano essere stati in Iran spicca Abu Mohammed al Masri, obiettivo eliminato in quella spettacolare operazione condotta da israeliani in un sobborgo di Teheran ad agosto. Nella lista era presente anche Khalid al Aruri spostatosi in Siria nel 2017 ed eliminato sempre nel giugno 2020. Insomma a veder degli USA si è seguito uno schema di contrapposizione alle Interconnessioni tra il gennaio e l’agosto 2020. La lista per gli USA è lunga. Tra i sospettati leader al Qaeda a essere ancora in Iran troviamo quello che de facto è il padre di un certo tipo d’ Intelligence jihadista: Saif al-Adl. Il suo percorso in al Qaeda è impressionante e riflette una concezione che materializzata sul campo può essere per noi sempre più pericolosa. Alcuni passaggi (eventi, azioni, prese di posizione, scritti etc) potrebbero aprire delle porte di comprensione anche per il nostro lavoro e analisi su quella che abbiamo definito Intelligence jihadista Nordafricana. Motivo per cui sarà inevitabile approfondire le sue mosse nella terza parte della nostra analisi.
Salvatore Calleri e Pier Paolo Santi