Recovery Fund nazionale: libro dei sogni o solida prospettiva?
Il premier ha annunciato un Piano strategico per rilanciare il Sistema-Paese
Dal Covid-19 si esce con un grande Piano per rimettere in moto l’economia depressa dalla pandemia. Questo l’intento del Governo annunciato dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in una recente conferenza stampa. Ammettendo che la situazione sanitaria sta progressivamente migliorando, ma ammonendo che bisogna “tenere alta la guardia perché il virus non è definitivamente sconfitto”, il premier ha richiamato il Recovery Fund europeo, con i 750 mld connessi, la cui quota di 170 mld l’Italia dovrà ben spendere. E ha poi mostrato di avere una visione strategica per il futuro, annunciando il Piano in 10 punti di rinascita nazionale:
1) Modernizzare il Paese lavorando per la digitalizzazione e per incrementando i pagamenti elettronici, così da contrastare l’economia sommersa. Il concetto cardine è quello della ‘identità digitale’ che passa attraverso banche dati pubbliche e la banda larga in tutta la penisola.
2) Parola d’ordine “innovazione”, rendendo a portata di tutte le famiglie la banda larga;
3) Sostenere le imprese, specialmente le PMI. Rafforzamento della capitalizzazione e del “consolidamento delle imprese”, soprattutto nella fase di ripartenza, concentrando gli sforzi dell’esecutivo sulle aree più in sofferenza. Rendere strutturali misure come ACE-Impresa 4.0;
4) Rilanciare gli investimenti, specialmente le reti telematiche, idriche, energetiche. Accompagnare le imprese verso una transizione energetica e verso un’economia sostenibile;
5) Miglioramento delle infrastrutture, in particolare con uno sviluppo per l’Alta Velocità.
6) Puntare fortemente sul diritto allo studio e incrementare l’offerta formativa. A tal proposito il Presidente del Consiglio ha annunciato l’incremento delle borse di studio per i ricercatori, dando la possibilità di tornare in Italia a chi per anni è stato costretto a emigrare all’estero per lavorare;
7) I tempi della giustizia civile e penale non sono accettabili ed è per questo che spesso gli investitori stranieri decidono di non venire in Italia, con il rischio di “impelagarsi in controversie giudiziarie che durano anni”. Anche il Codice Civile va rivisto, in quanto risale al 1942 e da allora non ha mai subito una riforma organica. Progetti per semplificare i tempi della giustizia sono già in Parlamento, e il Presidente del Consiglio si augura che questi possano essere approvati a breve, per avere la possibilità di approvare nuovi decreti e attuare gli altri obiettivi del piano.
8) Riforma Fiscale, visto che il nostro Fisco è “iniquo”;
9) Lavorare al meglio sull’inclusione per sostenere le persone che sono ai margini della società, al fine di contrastare la disuguaglianza.
10) Rivoluzione della pubblica amministrazione, che dovrà essere fondamentalmente culturale, per far sì che i funzionari siano “incentivati ad assumersi le rispettive responsabilità”, senza che su quelli onesti “gravi un’eccessiva incertezza giuridica”. Come? Una delle opzioni è circoscrivere “più puntualmente il reato di abuso d’ufficio e la medesima responsabilità erariale”.
Idee e obiettivi importanti e condivisibili. Occorrerà verificare nella prassi dei prossimi mesi e anni se si tratti di un ennesimo ammaliante “libro dei sogni” o di un vademecum concreto per una trasformazione concreta del sistema-Paese. A oggi, dobbiamo purtroppo registrare con rammarico e tristezza che la cassa integrazione ancora non arriva e le imprese faticano a ottenere i prestiti dalle banche. Sarà un autunno caldo, anzi di fuoco? Il disagio aumenta, la povertà si allarga e l’esasperazione cresce ovunque. Il mondo è in rivolta, dagli USA a Hong Kong, dal Medio Oriente a Parigi. L’Italia che aspetta?
Raoul Mendoza