Regeni non utilizzato da servizi esteri
Lo afferma la relazione finale della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte del ricercatore ucciso nel 2016 in Egitto
“Un’altra ipotesi, talora ventilata sulla stampa e naturalmente spesso fatta propria dai media egiziani e infatti ripresa nel documentario diffuso a fine aprile 2021, verte sull’eventualità che Giulio Regeni, anche non consapevolmente, possa essere stato utilizzato da servizi segreti di paesi terzi. La commissione ha approfondito tale aspetto nel corso dei suoi lavori, avendo avuto modo di registrare come sia nell’ambito delle indagini svolte nel Regno Unito dagli inquirenti italiani, sia nelle attività informative dei nostri apparati di intelligence non vi sia alcuna elemento che possa suffragare tale ipotesi”. Così la commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di Giulio Regeni, il ricercatore torturato ucciso nel 2016 in Egitto, nella relazione finale che sarà approvata oggi, nella quale si legge anche che “tutti gli auditi da parte dei magistrati ai politici, dai diplomatici ai dirigenti dei servizi di sicurezza, hanno a loro volta negato qualsivoglia credibilità alle ricostruzioni complottistiche circa interferenze degli apparati di intelligence di stati terzi, magari collusi con frange degli apparati egiziani. In ogni caso, la Commissione ha ricevuto conferma che Giulio Regeni non era in contatto né con i servizi di informazione italiani, né con quelli britannici. La Commissione ha altresì preso atto, sentendo le competenti autorità, che non risulta l’applicazione del segreto di Stato a nessun atto relativo al caso”.
Paul Nicastro