Rimettere in sesto le città? Ci pensano le proposte dell’ASviS
Nel 2019 è peggiorato l’andamento del Goal 11 dell’Agenda 2030 dell’Onu (Città e comunità sostenibili) per l’aumento dell’abusivismo edilizio e del sovraffollamento delle abitazioni
Lo stato di salute delle città italiane non può dirsi soddisfacente, anzi peggiora, senza considerare poi l’impatto nefasto della pandemia. Per invertire la rotta sono necessari interventi incisivi e radicali, dalla riqualificazione energetica dell’edilizia alla mobilità sostenibile, dalla lotta alla povertà con azioni mirat nelle periferie alla digitalizzazione dei servizi, per non parlare del contrasto all’inquinamento e al consumo di suolo. Queste, in sintesi, alcune delle priorità focalizzate dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) e illustrate nel Rapporto 2020 “L’Italia e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile”, analisi sull’andamento dell’Italia e dell’Europa verso i 17 Obiettivi dell’Agenda 2030 (Sustainable Development Goals, SDGs nell’acronimo inglese) dell’Agenda 2030 dell’Onu, realizzata con il contributo di 600 esperti delle organizzazioni aderenti.
Venendo al merito, l’indicatore composito elaborato dall’ASviS sul periodo 2010-2019 per misurare l’andamento del Paese verso l’Obiettivo 11 mostra un tendenziale miglioramento dell’inquinamento da PM10 fino al 2018, anno in cui per la prima volta l’Italia rispetta il target europeo di numero di giorni in cui si registra un superamento dei limiti di PM10 (31,4 giorni rispetto a un obiettivo di 35). D’altra parte, nell’arco di tempo considerato l’offerta del trasporto pubblico è diminuita dell’8,7%. Nel 2019 la flessione dell’indice composito è spiegata dall’aumento dell’abusivismo edilizio (+5,5% dal 2010 al 2019), dal sovraffollamento delle abitazioni (+18,6%) e dall’aumento dell’utilizzo dei mezzi privati per recarsi sul posto di lavoro. Nel 2020, come conseguenza della riduzione degli spostamenti dovuta alla pandemia, è migliorata considerevolmente la qualità dell’aria nelle città, ma l’emergenza sanitaria ha diminuito l’utilizzo dei mezzi pubblici. Questi due fenomeni contrastanti rendono difficile valutare quale sarà la direzione dell’indicatore relativo a questo Obiettivo a fine 2020.
Se questo a grandi linee è lo scenario urbano del Belpaese, che accade invece a livello europeo? In quel contesto, la situazione descritta nel Rapporto ASviS 2020 risulta molto eterogenea. La Romania è il paese che presenta la situazione peggiore, con un valore dell’indice composito che si discosta di 32 punti rispetto a quello del best performer, l’Irlanda. A livello generale, però, si nota un miglioramento del valore del composito rispetto al 2010 per la maggioranza dei Paesi: in particolare, l’Estonia presenta un netto aumento grazie alla diminuzione del tasso di sovraffollamento delle abitazioni. L’Italia, nonostante registri un miglioramento tra il 2010 e il 2018, è ancora al di sotto della media europea a causa del tasso di sovraffollamento delle abitazioni che, nell’ultimo anno disponibile, si attesta al 27,8% rispetto ad una media. europea del 15,5%. Peraltro, l’indicatore relativo alle persone che vivono in abitazioni sovraffollate ha la maggiore influenza sulle disparità territoriali registrate per l’indicatore composito all’interno dell’Unione europea.
Dall’analisi alla proposta, dunque. Il rapporto dell’Asvis non elude questa cruciale incombenza e mette a punto un pacchetto di suggerimenti e indicazioni consistente e complessivamente condivisibile, del quale – speriamo – il decisore politico tenga conto seriamente.
- Per raggiungere l’obiettivo europeo della carbon neutrality al 2050 sono necessari interventi di riqualificazione energetica profonda del patrimonio edilizio, di sostituzione degli impianti di riscaldamento alimentati da combustibili fossili e di installazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili.
- Visto che gli immobili sono responsabili del 36% delle emissioni di CO2 nell’Unione europea, risulta necessaria una strategia nazionale di valorizzazione urbana mirata al rinnovamento energetico del parco immobiliare pubblico e privato ispirata a criteri innovativi e a sistemi di premialità coerenti con l’economia circolare. Si propone di rendere strutturale l’incentivo fiscale del 65%, con lo sconto o la cessione del credito come con il superbonus, prevedendo una riduzione minima del fabbisogno energetico di almeno il 50% o il raggiungimento della classe energetica B per aiutare le famiglie a risparmiare. Anche il sismabonus va reso strutturale, con un credito di imposta fino all’80% delle spese sostenute.
- È necessario coordinare il “Programma straordinario per le periferie” (Legge n. 208 del 2015) di 2,1 miliardi di euro (in corso di attuazione) e il “Programma rinascita urbana” di 854 milioni di euro dal 2020 al 2033 (Legge n. 160 del 2019), facendovi confluire tutte le risorse dedicate al tema e seguendo un meccanismo di finanziamento stabile e continuativo di un miliardo di euro l’anno per 10 anni.
- In merito ai trasporti, da un’accurata analisi condotta dall’ASviS emerge il seguente fabbisogno finanziario: infrastrutture per il trasporto rapido di massa (33 miliardi di euro); rinnovo e miglioramento del parco veicolare dei trasporti pubblici (10,3 miliardi); mobilità elettrica (9,2 miliardi); ciclabilità, pedonalità, sicurezza ed intermodalità (7,6 miliardi); incentivi per l’acquisto di biciclette e mezzi di micromobilità (1,6 miliardi). In totale si tratta di 61,7 miliardi di euro in dieci anni finanziabili nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr).
- Azioni volte a migliorare il sistema dei trasporti delle persone vanno collegate con il Piano strategico nazionale per la mobilità sostenibile (Dpcm 17.04.2019), che prevede 3,7 miliardi di euro in 15 anni, e con il Fondo per le reti ciclabili urbane.
- Anche in considerazione del suo continuo aumento e vista la funzione cruciale della tutela del territorio per la conservazione degli habitat naturali (la cui distruzione è la causa prima della pandemia da Covid-19), è indispensabile accelerare l’approvazione della legge in discussione al Senato contro il consumo di suolo. Il Governo dovrebbe approvare un Decreto-Legge contenente il testo base che sarà proposto dal Comitato ristretto della 13° e 9° Commissione del Senato nominato il 3 marzo 2020.
- Il Programma strategico nazionale per il contrasto ai cambiamenti climatici e il miglioramento della qualità dell’aria deve integrarsi senza sovrapporsi con il Pniec, approvato definitivamente nel gennaio 2020 ma da rivedere in relazione ai nuovi obiettivi europei, e con la Strategia a lungo termine (2050) per lo sviluppo a basse emissioni di gas a effetto serra in corso di elaborazione da parte del Ministero dell’Ambiente.
Le idee sono sul tavolo, spetta ora alla politica, alla governance, tradurle in prassi coordinata, condivisa ed efficace.
Aldo Musci