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Siria: raid Usa contro leader Isis successore di Al-Baghdadi

3 Febbraio, 2022

Casa Bianca e Pentagono non hanno ancora diffuso notizie dettagliate sull’operazione

Il martello militare americano è tornato a colpire pesantemente l’Isis. L’obiettivo del raid lanciato dalle forze speciali Usa nel nordovest della Siria, che secondo testimoni e attivisti locali ha causato anche vittime civili, era un leader militante la cui identità verrà diffusa oggi dalla Casa Bianca e le informazioni suggeriscono che potrebbe trattarsi del successore di Abu Bakr al-Baghdadi alla guida dell’organizzazione, l’attuale leader dello Stato islamico Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurayshi. Lo riferisce un funzionario dell’intelligence irachena in contatto con la coalizione a guida Usa, che ha parlato a condizione di mantenere l’anonimato. Quello di oggi è stato il raid di più grande entità nella provincia di Idlib dall’assalto Usa del 2019 in cui, nell’era Trump, fu ucciso il leader dell’Isis Abu Bakr al-Baghdadi. Il raid di oggi è avvenuto nel villaggio di Atmeh nella provincia siriana di Idlib, vicino al confine turco. Idlib è una roccaforte di Al-Qaida e qui risiedono diversi suoi membri di spicco, ma anche altri militanti hanno trovato rifugio nella regione, che è ampiamente controllata da combattenti sostenuti dalla Turchia. L’obiettivo del raid lanciato dalle forze speciali Usa nel nordovest della Siria, che secondo  testimoni e attivisti locali ha causato anche vittime civili, era un leader militante la cui identità verrà diffusa oggi dalla Casa Bianca  e le informazioni suggeriscono che potrebbe trattarsi del successore  di Abu Bakr al-Baghdadi alla guida dell’Isis, l’attuale leader dello  Stato islamico Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurayshi. Lo riferisce un  funzionario dell’intelligence irachena in contatto con la coalizione  a guida Usa, che ha parlato a condizione di mantenere l’anonimato.

Quello odierno è stato il raid di più grande entità nella provincia  di Idlib dall’assalto Usa del 2019 in cui, nell’era Trump, fu ucciso il leader dell’Isis Abu Bakr al-Baghdadi. Il raid di oggi è avvenuto nel villaggio di Atmeh nella provincia siriana di Idlib, vicino al  confine turco. Idlib è una roccaforte di Al-Qaida e qui risiedono diversi suoi membri di spicco, ma anche altri militanti hanno trovato  rifugio nella regione, che è ampiamente controllata da combattenti  sostenuti dalla Turchia. In passato, gli Usa hanno usato droni per uccidere esponenti di spicco di Al-Qaeda nella provincia di  Idlib, che a un certo punto era la zona che ospitava la più alta  concentrazione di leader del gruppo dai tempi di Osama bin Laden in Afghanistan. Ma il fatto che le forze speciali Usa siano atterrate sul terreno, intervenendo direttamente, suggerisce che l’obiettivo dobrebbe essere di alto valore. In un attacco simile  in Pakistan nel 2011 fu ucciso Osama bin Laden. Il Pentagono non ha fornito finora dettagli sull’obiettivo del raid e non ha precisato se sul terreno  siano rimasti uccisi o feriti combattenti e/o civili. I residenti  hanno riferito di elicotteri e poi di un grande assalto di terra, con  scontri tra forze Usa e uomini armati per oltre due ore nei pressi di  una casa a due piani circondata da alberi di ulivo. Hanno raccontato  di continui spari ed esplosioni che hanno scosso il villaggio di Atmeh, vicino al confine turco, in una zona disseminata di campi per  sfollati interni della Siria. Il piano più alto dell’edificio è stato  totalmente distrutto nel raid Usa, con pareti e soffitto buttati giù.  Sangue era visibile sulle pareti e sul pavimento della struttura  ancora in piedi, dove c’era una camera da letto distrutta con una  culla a terra. Su uno dei muri danneggiati, pendeva ancora  un’altalena di plastica blu per bambini. Secondo i Caschi bianchi,  soccorritori noti come Difesa civile siriana gestita  dall’opposizione, sono 13 le persone rimaste uccise nel raid, fra cui  6 bambini e 4 donne. Anche l’Osservatorio siriano per i diritti  umani, che inizialmente aveva riferito di 9 morti, fra cui 2 bambini  e una donna, ha poi aggiornato il bilancio a 13 morti, parlando però  di 4 bambini e 2 donne. Ahmad Rahhal, citizen journalist che si è  recato sul posto, ha riferito di avere visto 12 corpi.

Testimoni riferiscono di un  assalto di terra su larga scala in cui le forze Usa hanno usato  megafoni per invitare donne e bambini a lasciare l’area. Omar Saleh,  residente della zona, racconta che porte e finestre della sua casa  hanno cominciato a tremare per il suono di velivoli che volavano a  bassa quota all’1.10 ora locale; successivamente ha sentito un uomo  che parlava arabo con un accento iracheno o saudita a un  altoparlante, invitando le donne ad arrendersi o a lasciare l’area.  “Questo è andato avanti per 45 minuti. Non c’è stata risposta. Poi è  cominciato il fuoco delle mitragliatrici”, ha raccontato Saleh,  aggiungendo che gli spari sono continuati per due ore mentre gli  aerei giravano a bassa quota sulla zona. Altri hanno riferito di  avere sentito almeno una grande esplosione durante l’operazione.  Inoltre un funzionario Usa coperto dall’anonimato ha riferito che uno  degli elicotteri coinvolti nel raid ha avuto un problema meccanico e  si è dovuto farlo esplodere a terra.

Paul Nicastro

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