“Smantellare le norme antimafia non è un bel modo per ricordare gli eroi caduti”
Dichiarazione del presidente della Fondazione Antonino Caponnetto, Salvatore Calleri”
“E’ passato da poco il 21 marzo e non manca molto al 23 maggio, lo smantellamento delle norme antimafia che i mafiosi temono non è certo un bel modo di ricordare i nostri eroi uccisi dalla mafia. Nella udienza pubblica alla Consulta, l’Avvocato di Stato ha aperto alla liberazione condizionale dei condannati all’ergastolo ostativo. Ha chiesto, infatti, ai giudici di non dichiarare incostituzionali le norme (art. 4bis e 58ter o.p.; legge 203/91), ma di lasciare al magistrato di sorveglianza la possibilità di giudicare caso per caso le ragioni della mancata collaborazione che è condizione per ottenere il beneficio.
La conseguenza sarebbe che il giudice, dopo 26 anni di carcere, può concedere la libertà vigilata anche ai boss irriducibili senza che abbiano mai manifestato alcuna intenzione di collaborare con la giustizia. Ammorbidire de facto l’ergastolo ostativo e passare successivamente a una revisione del 41bis rappresenta una “cuccagna” per i mafiosi e i loro boss. Una regola basilare nel combattere la mafia sarebbe quella di non alleggerire o abolire le norme che i mafiosi non amano. È evidente che oggi la mafia non la si vuole combattere più. Il messaggio che si manda è nefasto specie nel momento in cui stanno per arrivare i miliardi del Recovery Fund. Chi ha orecchie per intendere intenda, chi può intervenire intervenga, sennò la mafia avrà vinto l’ennesima battaglia importante”.
Salvatore Calleri