Trattato del Quirinale: nasce la cooperazione rafforzata Italia/Francia
Obiettivo dell'accordo: irrobustire il disegno politico dell'Unione europea costruendo sinergie operative concrete su alcuni temi cruciali: cooperazione militare, antiterroristica e frontaliera, collaborazione nel settore aerospaziale e della ricerca tecnologica, nonchè nella politica industriale e in materia di giustizia
E’ stato firmato a Roma lo scorso 26 novembre il “Trattato del Quirinale” che impegna la Repubblica Italiana e quella Francese a un accordo di cooperazione rafforzata. Fortemente incoraggiato dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella, l’accordo che vedrà collaborare in modo sistematico e strutturato le due amministrazioni, vuole suggellare una nuova intesa del governo italiano con l’Eliseo in considerazione delle urgenti sfide che impegnano i due Paesi in diversi settori e ambiti divenuti negli ultimi anni particolarmente delicati e complessi. Il Trattato fa seguito a un accordo simile siglato nel gennaio del 2019 ad Aquisgrana tra Emmanuel Macron e Angela Merkel con l’intento di ridare vigore alla storica intesa firmata da Charles De Gaulle e Konrad Adenauer nel 1963. L’intesa di Aquisgrana tra due paesi fondatori che escludeva però l’Italia, era stata letta da molti come una risposta del fronte europeista all’ondata dei populismi che stava montando in molti paesi europei (In Italia il governo giallo-verde) e contenitiva nei confronti del fenomeno Brexit. Composto di 12 articoli, il Trattato del Quirinale, dopo i richiami ai valori comuni e condivisi, la cultura e gli storici legami tra i due paesi, ma anche il loro convinto radicamento nell’Unione Europea e l’impegno a rafforzarne il suo disegno politico – affronta diversi ambiti di cooperazione nei quali Italia e Francia difenderanno i reciproci interessi in modo coordinato, lavorando spesso congiuntamente, ed è questo il vero stigma del Trattato.
Come quello con la Germania, anche questo Trattato tra Italia e Francia prevede un appuntamento annuale dei due Governi sul suo stato di attuazione attraverso l’implementazione di specifici progetti a cui lavoreranno congiuntamente rappresentanti dei ministeri delle due nazioni; la partecipazione dei due Capi di governo ad una sessione del Consiglio dei Ministri dell’altro partner con cadenza trimestrale. Il Trattato del Quirinale prevede inoltre la costituzione di un Comitato strategico paritetico per l’attuazione del Trattato incardinata presso il Ministero degli Esteri, cui parteciperanno i rappresentanti dei ministeri nelle singole materie. Diversi i contenuti dei due Trattati: più imperniato sulla collaborazione in ambito militare e culturale, quello tra Francia e Germania; più pregnante e denso di impegni in molte materie strategiche per i tempi che stiamo vivendo, quello del 28 novembre tra Macron e Draghi.
Innanzitutto il Trattato prevede una forte cooperazione nel settore militare, per la difesa interna imperniata sulla formazione comune, transfrontaliera, antiterroristica – compresa la cyber security – e per la stabilità dei paesi del Mediterraneo. Ulteriore ambito quello dell’aero-spaziale, della ricerca e progresso tecnologico. Altri ambiti individuati per la cooperazione rafforzata sono quello della politica industriale e dello sviluppo economico con particolare attenzione all’armonizzazione dei sistemi fiscali e della collaborazione in ambito giudiziario. Un rilievo a parte merita poi il capitolo riguardante il Mediterraneo, il fenomeno delle migrazioni e la politica di integrazione, anche rivolta ad un rafforzamento di queste tematiche cruciali nelle politiche dell’UE. Altro importante settore di stretta collaborazione quello della lotta ai cambiamenti climatici, alla transizione ecologica, e al raggiungimento degli obiettivi di Parigi e di Glasgow. Il Trattato si impegna anche a contribuire allo sviluppo eco-sostenibile dei paesi del Mediterraneo e dell’Africa attraverso i programmi sia della cooperazione internazionale che di quella decentrata ad opera degli enti locali, per aiutare i paesi terzi ad affrontare gli effetti deflagranti dei cambiamenti climatici (siccità, inondazioni e carestie).
Il Trattato prevede inoltre la collaborazione in ambito più strettamente linguistico e culturale, artistico e multimediale, oltre alle tradizionali forme di scambio e collaborazione dei programmi Erasmus +, del volontariato europeo, del servizio civile europeo, dei gemellaggi e della cooperazione tra le collettività locali dei due paesi, in particolare quelle nelle regioni frontaliere. Non sfuggirà che il Trattato conferisce oggi ai due paesi firmatari una posizione centrale sulla scena europea – in grado potenzialmente di influenzarne l’agenda – ora che la Germania ha perso una figura di prestigio e di caratura come Angela Merkel che ne è stata il perno per oltre un decennio, e il Regno Unito ha definitivamente lasciato l’UE. Ma non solo. Il Trattato sembra porre le basi per una Difesa comune europea che già si è affacciata nelle prossime priorità dell’UE. Da ultimo, ma certo non per importanza, il Trattato prevede uno stretto coordinamento di Italia e Francia nelle loro politiche in area Mediterranea. Questo, in ragione dei forti interessi dei due paesi in quell’area in cui si stanno giocando negli ultimi anni interessi economici e geopolitici estremamente complessi e delicati che vedono coinvolti Turchia, Russia e Cina, e sullo sfondo gli USA, mentre piuttosto flebile rimane l’iniziativa dell’UE. Non sfuggirà che un maggiore coordinamento dei due paesi firmatari per la stabilità e la sicurezza nel Mediterraneo risulti estremamente auspicabile e opportuno.
Maria Baroni