Voyeurismo nei terrazzi di Roma
Valerie aveva lasciato cadere le chiavi per terra. Non si era tuffata a raccoglierle, ma la sua mano aveva iniziato un percorso lungo la coscia passando per il polpaccio, lentamente, fino ad arrivare a terra, accompagnando il movimento con il corpo fino a incrociare gli occhi di Marco che avevano fatto lo stesso percorso. Così era nata la loro relazione extraconiugale. Entrambi sposati e stanchi del routinario mondo dell’amore “per bene”. Guardando il sole tramontare, Valerie iniziò ad accarezzare il copriletto fantasticando sulla esposizione della stanza. Roma è bellissima a ottobre, è un mese perfetto per stare all’aperto. Il palazzo fa angolo, la posizione è ottima per guardarsi attorno, ma anche per essere guardati. Per questo motivo Marco e Valerie avevano scelto quell’hotel per i loro incontri. Marco abusava della banalissima scusa del calcetto e Valerie della devozione verso lo Yoga. Si vedevano più o meno alla stessa ora ogni settimana, bevevano qualcosa, il tempo di salire in stanza vedere il sole tramontare insieme e poi iniziavano a coccolarsi fino a quando la passione montava, e allora non potevano resistere: accendevano le luci e da quel momento, finché non arrivava l’orgasmo, si appoggiavano alla porta finestra della stanza rendendo così a vista l’amplesso. In particolare, Valerie amava stare sopra, ma soprattutto poter guardare fuori. Non di rado aveva incontrato lo sguardo di altri uomini durante l’atto e questo non le era dispiaciuto, anzi le aveva accelerato il raggiungimento dell’acme. Marco non era contrario, purché lui non fosse riconoscibile: godeva delle prodezze di Valerie e l’idea lo stuzzicava molto: vivere una passione così spudorata con questa giovane donna, determinata a godersi fino in fondo i loro incontri per poi tornare a casa rilassato e rinfrancato, senza aver corso nemmeno il rischio di essere scoperto dalla moglie. Quest’ultima, presa dal lavoro e dalla figlia guardava con benevolenza a quella -che pensava essere -una abitudine sportiva del marito. Con la scusa dello Yoga, Valerie parimenti non destava sospetti.
La sua casa era tutto un fiorire d’incensi e campane tibetane, trasudava armonia da rotocalco. Il suo compagno green la lasciava libera per principio, né – a dire il vero- aveva paura che una donna così acqua e sapone potesse dedicarsi a pratiche spudorate. Non poteva certo immaginare che per armonia Valerie non intendesse quella della casa, ma quella della natura. Quella che porta l’acqua al fiume e che, quando una donna ha incontrato un uomo che le fa mettere al mondo un figlio, fa sì che quell’uomo abbia già fatto il suo servizio esaurendo il ruolo di amante. Valerie viveva la sua relazione con Marco senza rimorsi e paure. Le piaceva essere guardata mentre faceva l’amore, si sentiva soddisfatta, potente e desiderata, impazziva a pensare di poter muovere così tante energie restando fedele al suo amante e non facendo mancare l’armonia dentro la casa con il marito. Una donna una moglie e una madre, poteva essere tutto. Fu proprio in ragione di questa radicata convinzione di onnipotenza che svenne quando incrociò il suo stesso sguardo acceso di godimento nella istantanea postata dal marito sui social. Era andata in ufficio e aveva subito iniziato a lavorare quando era stata interrotta da una collega che si era fatta il piano di corsa per invitarla accoratamente ad andare sul profilo fb del marito. Si era subito collegata e si era guardata ritratta nella posizione di godimento del giorno prima. Era svenuta. La sorveglianza sanitaria aziendale l’aveva presto soccorsa. Nel mentre il IV piano diventava un salotto, i vicini di sedia cercavano di tenere il segreto di Valerie, ma Gianluigi aveva partecipato a tante di quelle cene aziendali che, tutto sommato, era più in contatto su fb lui con i colleghi di Valerie che lei stessa. La voce si era sparsa. Ma chi era quell’uomo che era con Valerie? Era Gianluigi, cercava d’ipotizzare qualche collega più affezionato a Gianluigi che a Valerie, per ricondurre la foto scandalosa a un quadro familiare. <<Non ero io>> spiegò al telefono Gianluigi a chi l’aveva contattato per sapere se fosse impazzito. Aveva incontrato qualche mese addietro l’insegnante di Yoga della moglie che gli aveva detto che purtroppo, a causa di una brutta frattura al femore, non avrebbe potuto proseguire le sue attività. Non s’era poi lasciato convincere dalla pronta guarigione di cui Valerie si faceva testimone. Com’era possibile che un femore si rimettesse in sesto in un solo mese? Non gli sembrava accettabile che una donna così attenta al naturale processo di autoguarigione di un corpo, liquidasse una frattura a un femore come un evento risolvibile in così poco tempo. Che Valerie mentisse era chiaro, anche al centro YOGA gli avevano confermato che le lezioni erano interrotte. Forse aveva intrapreso una psicoterapia? Non ne era convinto, visto che la donna non sembrava in nessun modo turbata. Cosa poteva fare in quell’ora? Aveva provato a parlare con qualche amica comune, ma ne aveva ricevuto solo risposte evasive. Finché, non s’era messo a seguirla. L’aveva vista sedersi a un bar, poi era andato via per il rischio di essere scoperto. Un’altra volta l’aveva seguita fino alla porta di un hotel. Oramai era certo che lo tradisse. Le aveva chiesto se fosse tutto ok, se ci fosse un altro uomo, ma aveva finito per credere a quegli occhi limpidi che le dicevano che era tutto ok, che stava seguendo un corso di un guru da poco nella capitale che univa le pratiche dello Yoga a quelle delle costellazioni familiari e che era necessario, per la delicatezza del tema, tenere nascosto sia il nome dell’operatore che i luoghi dell’incontro, anche per non interrompere il flusso guaritore di tali pratiche. Poi, una notte, svegliatosi aveva sentito vibrare il telefono della moglie e poi anche la notte successiva, senza poter controllare perché non ci arrivava con il braccio. Doveva agire. Il giorno in cui l’aveva scoperta aveva portato la bimba da sua madre chiedendole di accudirla perché aveva da fare con la moglie. La nonna era stata ben lieta di coccolarsi la piccola Margherita. Lasciata la bambina, Gianluigi si era diretto al M. Hotel. Il custode del palazzo vicino, corrotto con poche banconote, lo aveva condotto sul terrazzo da dove aveva potuto assistere all’eccitante scena di sesso che vedeva protagonista la moglie. La foto l’aveva fatta scattare al custode, a lui tremavano le mani. Era stato proprio costui ad avvicinarlo mentre osservava quella donna entrare nell’hotel. <<Bella donna>> gli disse, <<viene qui ogni giovedì sera. Se non ci sono servizi da svolgere qui in portineria, me ne salgo all’ultimo piano a vederla. Le piace essere guardata alla signora e che bel vedere!>> facendo gesti eloquenti di approvazione. Uscendo dall’ospedale dove era stata portata perché in stato di schock, Valerie proruppe in una risata quando realizzò che forse essere fotografata era anche meglio di essere solo guardata. Che in gamba che era stato il suo Gianluigi!
Fortuna Perlata