Yolo economy, le nuove tendenze del lavoro post pandemia
Aumentano le dimissioni volontarie di dipendenti che preferiscono diventare lavoratori autonomi
”Si vive una volta sola”: è il mantra, diventato presto trend, che sta spopolando tra i lavoratori delle nuove generazioni (e non solo), che si stanno avvicinando alla Yolo (you-only-live-once appunto) economy, generando il conseguente picco di aperture di nuove Partite Iva nel secondo trimestre del 2021”. Questa è la motivazione che sembra essere alla base del boom di dimissioni, la cosiddetta The Great Resignation che, dopo gli Stati Uniti, sta interessando anche l’Italia, con 484mila dimissioni volontarie nel secondo trimestre del 2021, +85% rispetto al 2020, come sostengono gli esperti di recruiting di Oliver James. Recruiting firm di nuova generazione, che ha sviluppato un approccio alla ricerca del personale che mette al centro persone e dati, in base a quanto emerso dall’Osservatorio sulle opportunità di lavoro, carriera e crescita professionale dedicata alle Partite Iva e ai consulenti. ”È innegabile che i vari lockdown che si sono susseguiti in questi mesi abbiano cambiato l’atteggiamento dei professionisti verso il modo di intendere il lavoro, in particolar modo in quelli con un impiego da dipendenti. Il risultato è quello che stiamo vedendo in questo periodo con il boom di dimissioni e con la voglia di molti dipendenti di diventare consulenti, per guadagnare autonomia nella gestione del tempo (e anche del luogo) da dedicare al lavoro”, commenta Pietro Novelli, Country Manager Italia di Oliver James.”Secondo le nostre ricerche, questo è dovuto – spiega – all’assaggio di libertà lavorativa, se così possiamo definirla, che la pandemia ha permesso, prima con il lavoro da casa obbligato e poi con lo sdoganamento dello smartworking, una volta finito il lockdown. Ma non solo: in molti si è sviluppata la consapevolezza che da un giorno all’altro la vita potrebbe essere completamente stravolta, lasciando in eredità una ritrovata importanza dedicata all’equilibrio vita-lavoro. Così, in molti hanno iniziato a valutare di diventare contractor, proprio per avere più libertà di organizzare il proprio tempo, impostando la carriera in modo da avere più tempo da dedicare alla vita privata, ai propri famigliari e agli svaghi”. L’esperienza dirà se questo trend, che potrebbe rivelarsi una moda passeggera, aprirà invece inediti spazi di liberazione in un mondo del lavoro globale segnato finora da livelli crescenti di supersfruttamento, favoriti anche da una digitalizzazione selvaggia che allunga la giornata lavorativa reale alle 10-12 ore effettive.
Raoul Mendoza